IL BARONE RAMPANTE

Il testo in pdf è reperibile nella sezione "laboratorio" lettura (richiede password)

 

CAP I-X

Quali sono le prime impressioni?

scrivere commenti entro il 01/03 (indicare nome ed eventuale prima lettera del cognome)

Scrivi commento

Commenti: 19
  • #1

    Viola Remaggi (venerdì, 28 febbraio 2020 13:26)

    In questi primi dieci capitoli del libro sono rimasta affascinata dal personaggio di Cosimo. Trovo davvero divertente e coinvolgente il modo in cui Italo Calvino stia descrivendo il percorso di crescita di un ragazzo, fuori dal comune, che al contempo, con questo suo assurdo atto di ribellione, riesce a rappresentare perfettamente e in maniera inaspettatamente credibile il viaggio di tutti i ragazzi verso il mondo adulto, la propria autonomia e un futuro scelto secondo i propri sogni e non secondo le direttive dei propri genitori. Fino ad ora mi sono piaciute molto le descrizioni del “nuovo mondo” di Cosimo con tutte le specie di alberi che lo compongono e del suo nuovo stile di vita con tutte le invenzioni che ha creato per superare gli ostacoli della quotidianità e popolato da nuovi personaggi di rango sociale inferiore al suo con cui, restando a terra, non sarebbe entrato in contatto ma da cui dice di aver imparato moltissimo.

  • #2

    Giacomo Campenni (domenica, 01 marzo 2020 12:18)

    Durante la lettura dei primi dieci capitoli de "Il Barone Rampante", sono stato colpito soprattutto dal gesto trainante la vicenda, ossia la salita sugli alberi da parte di Cosimo, in protesta all'ambiente ed alle costrizioni familiari, grazie al quale Italo Calvino riesce subito a catturare l'attenzione del lettore. Il narratore della vicenda è il fratello minore di Cosimo, Biagio, che diviene narratore onnisciente sia grazie ai racconti del fratello, che alle sue esperienze dirette. Loro vivono in una famiglia di nobili in decadenza: il padre, autoritario e sempre alla ricerca di affermazione dei suoi titoli nobiliari, vuole rendere la sua famiglia più aristocratica possibile e in particolare davanti agli occhi degli altri. Dopo che Cosimo decide di vivere tra gli alberi, la sua maggiore preoccupazione, più che riguardo timori paterni, è di tipo dinastico, essendo Cosimo il primogenito. La madre invece, viene presentata come la "Generalessa" legata al campo di battaglia. Nonostante la sua durezza, ella si scioglie a causa della preoccupazione per suo figlio Cosimo e ne fuoriesce il tipico amore materno. Infatti, per osservare e monitorare suo figlio, allestisce addirittura un cannocchiale e fa di tutto per migliorargli la vita negli alberi, della quale sembra essersi rassegnata e abituata, come se fosse ormai normale. Calvino racconta gli eventi come una formazione del ragazzo che via via impara a vivere in autonomia in un ambiente nuovo e improbabile. Nel sesto capitolo, la lotta con il gatto selvatico si trasforma in un "rito di iniziazione" che catapulta definitivamente Cosimo in un vita solitaria, anche se sempre legata a rapporti con le persone (es: servi, familiari) e con animali, in particolare si farà amico un bassotto che diverrà il suo cane da caccia. Vi è un analogia tra Cosimo e il bassotto: allo stesso modo di Cosimo, anticonformista e diverso da tutti i ragazzi della sua età e del suo ceto, Ottimo Massimo è diverso da tutti i cani da caccia. Infine, figure interessanti sono quelle di Viola e dei ladri di frutta. La prima, sicura di sé, straripante e conscia di una sua certa superiorità, colpisce molto l'animo di Cosimo e resterà legata a lui anche una volta partita, grazie al bassotto, che una volta apparteneva a lei. I secondi mi hanno colpito poiché sembrano essere un personaggio unico, muovendosi sempre in gruppo, parlando in coro, avendo sempre lo stesso obbiettivo tutti e nessuno escluso, in cui l'idea di uno diventa l'idea di tutti.

  • #3

    Sofia Regni (domenica, 01 marzo 2020 18:50)

    Nella lettura dei primi dieci capitoli de “Il barone rampante” di Italo Calvino sono rimasta affascinata da molti episodi e dettagli contenuti in essi. Prima di tutto mi ha toccata la descrizione dell’atmosfera famigliare: questa passa dall’essere tradizionale all’essere sconvolgente. Il sentimento di ribellione provato da Cosimo non solo è rivoluzionario se pensato nell’epoca di composizione dell’opera, ma risulta essere molto attuale. Ad esempio, seppur non in maniera così selvaggia, un comportamento del genere spesso ai giorni d’oggi si osserva in famiglie separate, in cui i genitori non sembrano trovare accordo, per cui i figli spesso si “ribellano”.
    Inoltre mi ha molto colpita il dialogo tra Cosimo e la bambina, Violante i quali, nonostante appartengano entrambi a due famiglie benestanti, sembrano vivere in mondi differenti; in questa circostanza Calvino si dimostra abile non solo nel mettere a confronto le due mentalità, ma anche nel far comprendere che tra i due si stia creando un’intesa.
    Spunto di riflessione per il lettore sono poi alcune massime inserite all’interno della narrazione, come quella pronunciata in occasione della prima caduta dall’albero di Cosimo, che recita “le imprese che si basano su di una tenacia interiore devono essere mute e oscure; per poco uno le dichiari o se ne glori, tutto appare fatuo, senza senso o addirittura meschino”. Quest’ultima, lasciando nuovamente pensare, fa chiaro riferimento al comportamento tenuto da Cosimo, il quale, credendo di poter fare bella figura agli occhi di Viola, le racconta di non essere mai sceso dagli alberi dal primo momento che si sono conosciuti.
    A tutti gli episodi vissuti da Cosimo, però, si affianca il costante senso di responsabilità che perseguita Biagio, suo fratello minore e narratore onnisciente della vicenda. Infatti questo, esordendo persino con “perché in fondo la frase che sentivo sempre ripetere: «In una famiglia, di ribelle ne basta uno», non era senza ragione, e lasciò la sua impronta su tutta la mia vita”, fa capire quanto sia grande, forse anche più di lui, la stima dei suoi genitori nei suoi confronti i quali, dovendo già fronteggiare i dispiaceri e le delusioni recategli dal fratello, non possono che riporre tutta la propria fiducia in lui.
    Infine, meno di rilievo ma sicuramente molto simpatico, è l’incontro casuale tra il bassotto, in seguito nominato Ottimo Massimo, e Cosimo il quale si ritrova ad avere come cane da caccia, da lui tanto ricercato e desiderato, il cucciolo che scopre essere stato in passato di Viola la quale, partendo, se ne è come “dimenticata”.

  • #4

    Jacopo Eleuteri (venerdì, 06 marzo 2020 12:06)

    Leggendo i primi dieci capitoli del "Il Barone Rampante" di Italo Calvino, mi ha colpito la descrizione della famiglia di Cosimo, cioè il protagonista principale della storia.
    Nonostante, nella maggior parte dei casi, la parte descrittiva risulti essere la parte piu' noiosa di un libro (secondo il mio punto di vista), mi ha colpito il modo in cui Calvino abbia reso tale descrizione molto coinvolgente, facendomi rimanere attaccato al libro!
    La famiglia di Cosimo è davvero particolare infatti troviamo il padre Arminio Piovasco di Rondò, Barone d’Ombrosa, ossessionato dall’aspirazione al titolo di Duca e impone a tutti i suoi parenti una dura disciplina, in linea con quella che si aspetta sarà la sua nuova carica.
    La madre Corradina ha atteggiamenti autoritari, caratterizzata da una infanzia passata sempre sul campo di battaglia, in quanto suo padre era un Generale.
    La sorella Battista è un personaggio davvero stravagante: costretta a vivere da monaca dopo essere stata scoperta a molestare un giovane Marchese, sfoga in cucina tutta la sua frustrazione preparando piatti raccapriccianti a base animali insoliti che è lei stessa a cacciare.
    Lo zio Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega, fratello acquisito del padre Arminio, è un uomo dal passato oscuro. Incaricato di amministrare i poderi del Barone è in realtà interessato solo all’idraulica e all’apicultura.
    Fauchelafleur, l’abate incaricato di educare i giovani Cosimo e Biagio, è un vecchietto raggrinzito e sciupato, incapace di mantenere viva la propria attenzione per più di qualche minuto.
    L’unica persona che può dirsi veramente equilibrata in questi primi dieci capitoli è Biagio, fratello del protagonista e quattro anni più giovane di lui. Non partecipa alla protesta di Cosimo ma ne appoggia le motivazioni. Viene per questo inizialmente visto come un traditore, ma rimarrà invece sempre al fianco del protagonista.

  • #5

    Filippo Garota (venerdì, 06 marzo 2020 12:35)

    Leggendo i primi dieci capitoli de "Il barone rampante" sono stato colpito dalla situazione familiare che circondava la famiglia del protagonista Cosimo. Nonostante la datazione dell'opera, tale situazione, dove madre e padre entrano in contrasto, avendo pensieri differenti, può essere ritrovata nell'attualità.
    Nella lettura mi è piaciuta molto la figura di Cosimo e del suo carattere, divertente è stata la scena dove lui decide di trasferirsi sull'albero preparandosi appositamente, ovvero indossando vestiti solitamente utilizzati per occasioni importanti (capelli incipriati col nastro al codino, tricorno, cravatta di pizzo, marsina verde a code, ecc.)
    Infine nel capitolo 10, mi è piaciuta molto la coincidenza che Cosimo ha avuto nel trovare come cane da caccia il bassotto, il quale in precedenza era stato il cane di Viola .

  • #6

    Elisa Bontempo (domenica, 08 marzo 2020 19:43)

    Una delle cose che più mi ha colpito fin dai primi capitoli è la cura che l’autore ha impiegato per descrivere tutte quelle tradizioni, memorie e caratteristiche della famiglia del protagonista. Ha rievocato episodi del passato, descritto la situazione attuale e il clima presente all’interno della famiglia, partendo dalle passioni di ognuno, dai ruoli, dal vestiario sottolineando piccoli dettagli che aiutano ad entrare all’interno dell’atmosfera di quella casa. Molto interessante è la collocazione temporale del romanzo, il periodo storico scelto per narrare quelle vicende viene evidenziato da quelli che oggi sembrano bizzarri modi di fare: nomi dei sovrani dell’epoca, codici comportamentali e di costumi, utilizzo di determinati vocali aiutano a calarsi all’interno del contesto.
    Sempre parlando dell’accuratezza della descrizione usata da Calvino, profondo è il resoconto fatto su come si senta fortunato Biagio a dormire avvolto da delle calde coperte, con un cuscino morbido e su un materasso; in contrasto con la situazione del fratello, narrata esplicitando la scomodità, la ruvidità e il buio del luogo nel quale sta dormendo. Questo momento mi ha fatto riflettere molto, pensando anche a quanto questo possa essere attuale e a come oggi ci siano persone come Cosimo, con la differenza che non per loro scelta sono costrette a dormire in queste condizioni.
    Inoltre, molto teneri sono anche il fratello di Cosimo e la madre, entrambi preoccupati per lui, ma che capiscono e accettano la sua volontà; la madre inizia a realizzare che il figlio non vuole altro che rimanere sugli alberi, non abbandonando però le ansie materne.
    In questi primi 10 capitoli sicuramente tutte le avventure di Cosimo sono piacevoli da leggere, simpatici avvenimenti che aiutano il personaggio a crescere e fanno affezionare il lettore.

  • #7

    Angelo Libofsha (domenica, 08 marzo 2020 23:16)

    I primi 10 capitoli de “Il Barone Rampante” scritto da Italo Calvino mi hanno attratto molto. Infatti, fin da subito succede un atto che trainerà la vicenda per il resto del libro: la “fuga” di Cosimo da casa sua.
    Egli decide di andarsene poiché stufo della situazione familiare e della cucina della sorella, la quale quel giorno gli aveva preparato un piatto assai particolare: lumache. Cosimo decide allora di andare a vivere in cima ad un albero. All’inizio farà un po’ fatica, ma poi incontrerà altre persone come “La compagnia dei ladri di frutta”, con i quali andrà in giro a rubare un po’ di frutta per l’appunto, e gli insegneranno il modo di viere “là fuori”.
    Si nota durante la lettura che questa fuga da casa è vista come un’evoluzione del personaggio di Cosimo, il quale durante questo sviluppo personale si farà molti amici e imparerò trucchetti per rendersi la vita molto più semplice. Verso il decimo capitolo inoltre troverà un compagno fidato, un bassotto che chiamerà Ottimo Massimo il quale lo aiuterà a sopravvivere con più facilità. Calvino ha voluto mettere l’accento sulla sopravvivenza analizzando anche l’indole umana, i quali tendono a riunirsi in gruppi, come possiamo vedere dalla compagnia dei ladri di frutta ma anche da Cosimo, il quale cerca un compagno e lo ritrova nel bassotto.

  • #8

    Michele Eleuteri (martedì, 10 marzo 2020 17:15)

    In seguito alla lettura dei primi dieci capitoli de “Il barone rampante” scritto da Italo Calvino, ho trovato molto interessante le dettagliate descrizioni che sono state utilizzate per rendere il più coinvolgente ed interessante possibile la storia. In particolare ciò che mi ha interessato maggiormente è la descrizione dell’ambiente famigliare: l’autore, attraverso la voce di Biagio, fratello del protagonista Cosimo e narratore onnisciente della storia, descrive i componenti della famiglia aristocratica con molta cura.
    Il padre dei due ragazzi, il barone d’Ombrosa Arminio Piovasco di Rondò, ossessionato nell’ acquisire il titolo di Duca, cerca di imporre la sua autorità. Dico “cerca” perché non ci riesce con tutti, infatti unica eccezione è il figlio maggiore Cosimo, il quale, spinto dal desiderio di liberarsi dalle rigide regole aristocratiche impostegli con severità, decide di scappare da quell’ ambiente opprimente dopo essersi rifiutato di mangiare ciò che la sorella Battista aveva cucinato quel giorno (lumache). Si rifugia sopra a uno dei grandi alberi che riempivano il giardino della villa e tutta la zona circostante dove in seguito costruirà il suo rifugio. In poco tempo imparò a muoversi con facilità tra gli alberi tanto che un giorno arriva al giardino dei vicini di casa, i d’Ondariva dove incontra una ragazzina della sua età di nome Viola. Stando con lei, Cosimo viene a conoscenza di una banda di ladri di frutta che un giorno incontrerà e aiuterà a rubare delle ciliegie.
    Ciò che mi ha colpito maggiormente è il modo in cui il personaggio evolve durante la narrazione: nei primi dieci capitoli la sua vita, anche essendo un Barone, è allo stato primitivo: si muove tra gli alberi come se fosse una scimmia e dagli animali che caccia ricava la pelliccia per farsi i vestiti o altri accessori di cui ha bisogno. Inoltre indossa sempre due differenti cappelli, in estate uno di paglia e in inverno uno di gatto selvatico, fatto da sé.
    Infine un altro personaggio che mi è piaciuto è la madre di Cosimo, la Generalessa Corradina di Rondò. Reduce dall’ educazione militare e quindi severa, non rinuncia a manifestare l’amore per i suoi figli, ad esempio quando si siede in terrazzo per osservare con un cannocchiale, come se si trovasse in un campo di battaglia, il figlio che si muove tra le piante. Lei, insieme a Biagio, sono gli unici che capiscono il motivo del suo comportamento e per questo lo lasciano in pace.

  • #9

    Camilla (giovedì, 12 marzo 2020 18:45)

    Durante la lettura di questi primi dieci capitoli del “Barone Rampante” di Italo Calvino sono rimasta subito colpita dal coraggioso gesto di ribellione di Cosimo, un bambino che inizia una protesta contro le regole impostegli dalla sua famiglia salendo sugli alberi e facendoli diventare il suo “nuovo mondo”. Uno stato d’animo, quello del protagonista, molto attuale che caratterizza la maggior parte degli adolescenti, impazienti di diventare adulti ma secondo le loro aspettative e non quelle dei loro genitori. Quello che descrive Calvino è quindi un percorso di formazione dove il protagonista conosce se stesso e il mondo, matura la sua indipendenza e incomincia una vita solitaria, anche se legata sempre da relazioni con animali e persone.
    Altra parte della narrazione di una certa importanza, è quella che descrive la preoccupazione del fratello e la madre di Cosimo, che malgrado tutto accettano la sua decisione e cercano di stargli vicino, allestendo tra le tante cose un cannocchiale.
    Mi porto quindi un riscontro positivo di questi primi capitoli, che coinvolgono il lettore facendolo divertire e immedesimare in molte situazioni, ancora al giorno d’oggi molto attuali.

  • #10

    Alessandro Nisi (giovedì, 12 marzo 2020 19:05)

    In questi primi dieci capitoli del libro ci viene presentata un'introduzione generale dei personaggi e dell'ambiente in cui è ambientata la storia. La descrizione di questi luoghi è molto accurata cosa che ho apprezzato perché permette di visualizzare al meglio ciò che si sta leggendo inoltre sono rimasto colpito anche dalle caratteristiche dei personaggi ognuno con un qualcosa di bizzarro, derivato da un'esagerazione dei loro caratteri, cosa che mi ha fatto pensare ha delle possibili situazioni anche divertenti che magari potrebbero presentarsi nei capitoli successivi del racconto.

  • #11

    Niccolò Tortorelli (giovedì, 12 marzo 2020 20:39)

    Di questi primi 10 capitoli mi ha colpito soprattutto la figura di Cosimo, cosi giovane eppure cosi maturo. Egli fin dall’inizio a le idee chiare su quello che vuole fare, e non permette a nessuno di fargli cambiare idea. Ho visto la fuga sugli alberi come una sorta di voler evadere dalla vita di corte, anche se questa da fuori può sembrare perfetta.
    Viene descritto secondo regole che vanno contro i principi morali del tempo, e credo che Italo Calvino faccia questo proprio per creare un personaggio che vada contro le regole, un personaggio che non si piega davanti a niente e nessuno.
    Mi ha colpito inoltre la premurosità del fratello che ogni sera nel suo caldo letto pensa al fratello, questo fa pensare ad un grande rapporto tra i due, che fin da piccoli non si sono mai allontanati.
    La scena in cui in una serata piovosa egli gli porta del succo di mela e un pannetto è davvero molto emozionante, in quanto descrive il rapporto tra i due fratelli.
    L’ultimo personaggio da cui sono rimasto sorpreso è l’abate Fauchelafleur, poiché mentre all’inizio può sembrare un personaggio ostico, nel momento in cui cerca di insegnare qualcosa a Cosimo sale sull’albero per riuscire a guardare la cose dal suo stesso punto di vista.
    Si dimostra quindi una persona molto comprensiva ed in grado di immedesimarsi nel suo allievo.

  • #12

    Silvia Ambrogi (domenica, 15 marzo 2020 18:55)

    In questi 10 capitoli del libro "il Barone Rampante" vengono illustrato al meglio le caratteristiche dei personaggi e dell'ambiente circostante. Ogni personaggio ha una sua personalità capace di adattarsi alla situazione del momento, e la cosa che più mi ha colpita è stata la ribellione di Cosimo alle regole imposte dalla madre e il rapporto tra i due fratelli, basato sull'affetto reciproco nonostante le diverse posizioni. Si denota anche un accenno alla sopravvivenza nella natura selvaggia, in cui Cosimo si inoltra alla ricerca di cibo, avventure e conoscenze. Altro personaggio che mi ha colpito è la ragazza, Viola, che si avvicina a lui e instaura un rapporto profondo, non fermandosi alle apparenze di un ragazzo che poteva sembrare folle che era scappato di casa, scegliendo di andare a vivere sugli alberi.

  • #13

    Pietro Piscitelli (domenica, 15 marzo 2020 19:39)

    Nei primi dieci capitoli Italo Calvino presenta il personaggio di Cosimo, questo ragazzo di corte, con le idee molto chiare e determinato. Dopo di che questo ragazzo per sfuggire ai pasti della sorella scappa e si rifugia sugli alberi e decide di non voler più scendere. Calvino fa una minuziosa descrizione dei luoghi che il ragazzo esplora. Durante una delle sue esplorazioni negli alberi della casa affianco alla sua incontra dei ladri di frutta e diventano amici. E rubando frutta incontra Sinforosa con cui passerà del tempo. Nel mentre la sua famiglia inizierà a cercarlo per farlo scendere ma tutti i tentativi andranno a vuoto, tranne uno in cui il barone Arminio padre di Cosimo incontra suo figlio.

  • #14

    Elisa Mazzucchelli (lunedì, 16 marzo 2020 01:31)

    In questi 10 capitoli sono stata colpita in primo luogo dalla descrizione della situazione familiare, vissuta in modo molto diverso dai due fratelli: Biagio, il più piccolo e narratore della storia, è rassegnato, e racconta con toni a tratti ironici le vicende del vivace e ribelle fratello maggiore Cosimo, che invece non riesce ad accettare la situazione familiare in cui vive. Tanto che decide di vivere sugli alberi, con l'assoluta convinzione di non scendere mai più. La storia, per quanto realistica, è avvincente proprio perché l'avventurosa vita di Cosimo ha dell'assurdo, ma può essere riletta metaforicamente come la scelta di seguire il proprio destino e non quello già disegnato da altri: Cosimo, scegliendo di restare sugli alberi, sta seguendo orgogliosamente un proprio capriccio, ma allo stesso tempo sta maturando, vivendo esperienze nuove e conoscendo cose e persone che da terra non avrebbe mai potuto conoscere.

  • #15

    Diletta (lunedì, 16 marzo 2020 02:14)

    La cosa che più mi ha colpito leggendo questi dieci capitoli è stata l'incapacità del padre di accettare lo stile di vita di suo figlio Cosimo. Pur di risultare "normale" al cospetto della corte, lo tiene nascosto e se ne vergogna.
    Il collegamento con la realtà di oggi venne da se...quanti di noi conoscono persone che sono costrette a nascondere la loro vera natura pur di essere accettati dai loro genitori?
    Questo fa riflettere su come anche con il passare del tempo le cose non siano cambiate più di tanto...purtroppo.
    Un altro passo molto significativo per me è quello narrato nel decimo capitolo dove viene descritta la grande capacità Cosimo nel riuscire ad autogestirsi e rendersi indipendente dalla sua famiglia.
    Tutto ciò lo trovo alquanto importante per il singolo, in quanto l'indipendenza ci rende liberi!

  • #16

    Filippo Munaretto (lunedì, 16 marzo 2020 10:01)

    In questi capitoli esce il senso di ribellione che si va a creare nel protagonista dopo l’ennesima cena “mostruosa”; infatti deciderà di lasciare la propria casa e famiglia per imparare a vivere sopra gli alberi.
    L’unica persona con cui si terrà in contatto della propria famiglia è suo fratello Biagio, il nostro narratore.
    Col passare del tempo Cosimo si abitua alla nuova vita e entra a conoscenza della compagnia dei ladri di
    frutta tanto citati dall’affascinante Sofonisba Viola Violante d'Ondariva. cosimo, con questo gruppo,
    stringerà subito un rapporto di amicizia, ritrovandosi anch’esso a rubare da mangiare dagli alberi dei vicini
    contadini.
    Questo tentativo di rubare dai contadini non va a buon termine; egli infatti vien subito riconosciuto e sarà
    costretto a scappare. Saranno dunque la madre e suo zio Battista a cercare in tutti i modi di riportare il
    ragazzo a casa.

  • #17

    Carlotta Vivarelli (giovedì, 26 marzo 2020 16:35)

    Leggendo questi primi dieci capitoli del “Barone Rampante” sono rimasta colpita dai bellissimi e realistici dettagli che ci offre Calvino nel raccontarci questa storia, dettagli che riescono a far immergere il lettore nell'atmosfera e nell’ambientazione del racconto.
    In particolare ho gradito molto il modo in cui viene descritta la famiglia, facendomi quasi trovare lì con loro tanto sia realistica e dettagliata la descrizione. Una famiglia assai particolare e spesso e volentieri in forte contrasto, tanto da indurre il piccolo Cosimo a compiere un atto di grande ribellione, salendo sugli alberi e rimanendoci ad oltranza.
    Sono rimasta interdetta dalla figura del padre di Cosimo, Arminio Piovasco di Rondò, il quale, ossessionato dal desiderio morboso di ottenere il titolo di duca, induce i suoi famigliari a rispettare rigidissime regole, eccessive soprattutto per i suoi figli.
    Mi ha incuriosita la sorella di Cosimo, Battista, che cerca di affogare la sua tristezza in stravaganti e strane ricette di cucina a base di poveri animaletti.
    La generalessa Corradina di Rondò è una donna con una grande passione militare, ereditata dal padre, ed è l’unico personaggio che forse approva l’atto di ribellione del figlio Cosimo. Tuttavia l’unico a stare sempre a fianco del fratello per sostenerlo è Biagio, che viene inizialmente visto come un “traditore” in quanto non partecipa alla ribellione di Cosimo, ma ne condivide totalmente le motivazioni, in quanto anche lui avrebbe voluto fare lo stesso ma era più arrendevole all'autorità del padre.

  • #18

    Simona De Luce (martedì, 14 aprile 2020 14:53)

    Questi primi capitoli mi sono abbastanza piaciuti, mi ha colpito la scelta dello scrittore di mostrare la Francia settecentesca non dal punto di vista della corte o del popolo ma da parte di una famiglia altolocata che cerca quasi disperatamente di acquisire più importanza; inoltre, mi ha sorpreso come Calvino sia riuscito a rendere divertente e non troppo “pesante” un romanzo dai temi storici genere che, di solito, non mi piace.
    Una cosa che mi ha fatto piuttosto ridere la descrizione degli esagerati, talvolta grottesche, ma dall'aspetto “elegante”. Un'altra scena che ho trovato divertente è stato quando Cosimo vestito elegante, con tanto di tricorno e capelli incipriati, si è arrampicato su un albero in segno di protesta verso i genitori.
    Nonostante il libro sia bello e la storia abbastanza avvincente, a volte trovo fastidiose le numerose digressioni e i continui commenti del narratore che interrompono la narrazione e il fluire della storia e spesso non necessari (questo è uno dei motivi per cui non leggo molte opere di Calvino dato che spesso presentano queste caratteristiche).

  • #19

    Davide A. (lunedì, 20 aprile 2020 18:12)

    In questi primi 10 capitoli del barone rampante mi ha colpito il fatto che anche essendo un opera antica si trovano molti dei tratti di una famiglia moderna, l’inizio dell’avventura di cosimo è la fuga sugli alberi dopo che egli si era “ribellato” ai genitori a causa delle schifose pietanze cucinate da sua sorella che quella volta erano a base di lumache cotte pure male, in oltre mi ha colpito l’ultimo capitolo di questa decade dove vi è una descrizione abbastanza dettagliata di come Cosimo si è stabilito sugli alberi e ciò mi ha raccontato i romanzi di avventura come quello di Robinson Crusoe di Defoe o dell’isola misteriosa di Jules Verne.

CAP XI-XX

scrivere commenti entro il 06/03 

Scrivi commento

Commenti: 18
  • #1

    Viola Remaggi (mercoledì, 04 marzo 2020 20:28)

    Con il crescere del ragazzo ho notato sempre più il fatto che senta dentro se un vuoto ed una mancanza da colmare che lo portano inconsapevolmente ad avvicinarsi a varie passioni e persone che finiscono quasi sempre per abbandonarlo.
    Il primo esempio è l’avvicinamento allo zio e alle sue passioni seguito dal mirabolante racconto della sua tragica morte per mano dei pirati. Un’ altra delle sue avventure lo porta a diventare amico del famoso brigante Gian dei Brughi (rapporto finito con l’impiccagione del fuorilegge) che lo avvicinò ancora di più alla lettura e allo studio e di conseguenza al suo precettore Padre Fauchelafleut che divenne suo abituale interlocutore con cui scambió pensieri filosofici fino al suo arresto a causa del possesso di libri censurati dal tribunale ecclesiastico.
    Dopo la morte del padre decide di partire per raggiungere un gruppo di esuli spagnoli che vivono come lui dove si innamora di una giovane ragazza. Dopo un anno con lei i due sono costretti a separarsi per la scelta del ragazzo di continuare la sua vita sugli alberi e non seguirla in Spagna. Dopo questo doloroso addio il giovane si dedica solo a storielle di poco conto senza più riuscire ad aprire il suo cuore ad un’altra donna.
    Purtroppo Cosimo, ormai diventato uomo e Barone, è solo, con il fratello e la sorella sposati e lontani da casa, e la madre ormai morta a causa dell’asma e della vecchiaia.
    Gli allontanamenti non sembrano finire in questa dolorosa fase della sua vita e l’ultimo capitolo si conclude con la separazione del protagonista dal suo fidato cane bassotto Ottimo Massimo che sembra preferire la nuova Duchessa di Ombrosa alla sua compagnia.
    L’iniziale senso di costante insoddisfazione che spingeva Cosimo a provare qualcosa di sempre nuovo ora sta diventando qualcosa di decisamente più profondo e doloroso che dovrà cercare di comprendere ed elaborare per acquistare una meritata serenità.

  • #2

    Giacomo Campenni (giovedì, 05 marzo 2020 18:15)

    Durante la lettura dei capitoli dal 11° al 20° de "Il Barone Rampante", ciò che mi ha colpito di più è stata l'evoluzione del personaggio di Cosimo. Calvino ci presenta la figura del Brigante Gian dei Brughi, che viene descritto da tutti come temibile, scaltro e solitario. Però, questi coltiveranno un'amicizia che avrà un ruolo chiave nella sua evoluzione. Difatti, Cosimo è solito leggere libri, ma il rapporto con il Brigante stravolgerà completamente la situazione. Questo infatti, interessatosi ai libri letti da Cosimo, pretende che gli siano prestati per una propria lettura. Il Brigante però è particolarmente esigente e vuol leggere solo libri avvincenti dei quali deve essere precedentemente convinto dalla trama. Tutto ciò costringe Cosimo, primo a leggere rapidamente i libri per poter soddisfare le sue richieste, secondo ad acquistarne di nuovi. In conclusione, Cosimo diviene un lettore appassionato e sempre più curioso di avere risposte ai mille dubbi che si pone.
    Ritengo che Calvino riesca in maniera eccezionale ad identificare in Cosimo una moltitudine di figure: difatti, grazie anche al periodo storico nel quale la vicenda prende forma, ossia l'Illuminismo, il nostro protagonista incarna:
    - il Borghese che si fa da sè e riesce ad affermarsi e a diventare indipendente (Cosimo andando a vivere da solo sugli alberi è costretto a rimboccarsi le maniche e a darsi da fare per sopravvivere: tutto ciò basandosi sulle proprie forze);
    - l'intellettuale illuminista che adora la cultura e vuol star sempre al passo coi tempi e non perdersi nessuna novità: la lettura diventa uno strumento per aprirsi al sapere, farsi domande, scoprire cose nuove e tutto ciò culmina con lo scambio epistolare avvenuto tra Cosimo e i maggiori pensatori dell'epoca. Oltretutto, la letteratura diviene uno strumento utile per la società e come gli intellettuali illuministi, allo stesso modo Cosimo sfrutta le sue letture per aiutare gli altri. Citando testualmente "Ora invece lo prese il bisogno di far qualcosa di utile al suo prossimo", e difatti si mette al lavoro per potare gli alberi degli abitanti circostanti che fino ad allora ha solo osservato dall'alto dei rami. La sua irrazionale salita sulle piante diviene un motivo per essere razionale e sfruttare il proprio intelletto.
    Il Barone Rampante, che si può riconoscere come romanzo di formazione, prevede per Cosimo diverse sfide da superare per completare la sua crescita. La prima è stata adattarsi ai nuovi ambiente e modo di vivere, procurandosi cibo da sè, costruendosi ripari ed arnesi. In secondo luogo, durante il capitolo 14, è costretto ad affrontare i briganti. Il loro attacco incendiario è solo un pretesto per mettere alla prova e in risalto le capacità e l'ingegno del ragazzo. Egli metterà poi su una squadra anti-incendio per difendersi;
    la cosa che mi ha colpito è stata che Cosimo ragiona sul lavoro di squadra, che risulta sempre bello ed utile, conferisce gioia ed armonia, permette alle persone di conoscersi secondo i valori di condivisione ed onestà. Cosimo riesce a risolvere con gli altri dei problemi comuni, grazie alla forza di coesione e alla valorizzazione di tutti. Egli, che assume il ruolo di capo, segue le istanze e il volere di tutti. Cosimo nella sua innocenza crea un mondo nuovo dove diviene capo di persone di ceto inferiore che però egli ritiene al suo stesso livello: genera una vera e propria democrazia. Questo è evidente soprattutto dal dialogo del capitolo 14 avvenuto tra Cosimo ed il padre: il primo, aperto alla democrazia, l'altro che non riesce a concepire le idee del figlio, essendo legato all'aristocrazia come classe dirigente.
    Dal capitolo 15 al 19, viene portato avanti da Calvino un altro tema che si lega armoniosamente con gli eventi, quello della tristezza. Difatti, partendo dall'atto di coraggio di Cosimo nel combattere contro i pirati, si arriva all'angoscia provata a causa della morte e della triste storia del Cavaliere Enea Silvio, per poi proseguire con i tentativi del Barone di onorare il fratellastro deceduto, finendo per morirci egli stesso. Continuando, immerso nel, all'apparenza frivolo, mondo degli spagnoli esuli, Cosimo si rende conto dei limiti legati alla condizione di essere "quello che sta sugli alberi", non potendo seguire Ursula e famiglia in Spagna. Qui i sentimenti contrastanti di Cosimo, tra la passione per la ragazza e la sua auto-costrizione di rimanere sugli alberi, circonda la scena di inadeguatezza e vi è una contrapposizione tra il protagonista e la costrizione, questa volta forzata, degli spagnoli. Sembra essere arrivato il momento in cui Cosimo è cresciuto e lo stare lassù tra gli alberi, non è sempre bello come prima. Il non poter scendere conferisce grandi limiti. Infine, l'ultimo evento negativo è rappresentato dalla morte della madre. In questo mix di emozioni, si inserisce un personaggio che riporta felicità alla vicenda: Viola.

  • #3

    Jacopo Eleuteri (venerdì, 06 marzo 2020 16:56)

    Dal capitolo 11 fino al capitolo 20 troviamo un'evoluzione di Cosimo. Dopo un primo periodo, Cosimo inizia a dedicare il proprio tempo a perfezionare la sua nuova condizione di vita per cercare di non farsi mancare nulla. Comincia a seguire le attività agricole e artigianali degli abitanti di Ombrosa apprendendo più di un’arte, oltre a quella della caccia.
    Sugli alberi riprende anche la propria educazione in compagnia dell’abate Fauchelafleur e inizia così a dedicarsi intensamente alla letteratura.
    Con il passare del tempo deve però far fronte alla morte di suo zio, decapitato e buttato in mare, del suo amico brigante Gian dei Brughi che, interessato solo alla lettura dei libri forniti dal giovane Barone, viene tradito dai compagni e finisce impiccato, a quella di sua madre, morta a causa dell''asma e della vecchiaia, e infine a quella di suo padre. Dopo la morte di quest'ultimo si innamora di Ursula, figlia di nobili spagnoli costretti a vivere a loro volta sugli alberi, dalla quale si dovette lasciare poco dopo perchè doveva ritornare in Spagna.
    In questi capitoli Calvino riesce a raccontare con grande abilità il processo evolutivo di Cosimo evidenziando i momenti positivi e negativi della sua vita: Inizialmente egli è animato da una sete di progresso, di scoprire cose nuove, fare nuove amicizie e magari anche di innamorarsi, ma con il passare del tempo egli si ritrova solo.

  • #4

    Sofia Regni (domenica, 08 marzo 2020 19:23)

    Leggendo questi 10 capitoli, sono rimasta affascinata da molti aspetti, ma in particolar modo mi ha colpita l’evoluzione del personaggio di Cosimo. Questo passa dall’essere un giovanotto che teme quel “passo", breve e facile, che lo separa dal ritorno nel vecchio mondo e non cerca contatti, ad un uomo che non possiede neanche più il supporto del suo cane, il quale preferisce un’altra dimora. Durante il suo percorso di crescita Cosimo si avvicina al Cavalier Avvocato, ad avvertimento di "un modo come può diventare l’uomo che separa la sua sorte da quella degli altri, e riuscì a non somigliargli mai”; conosce Gian Dei Brughi, così temuto dal popolo e così amico di Cosimo. A lui si lega la vicenda delle pagine bruciate, la quale sottolinea l’importanza che aveva ottenuto la lettura nella vita dell’uomo, simbolo e riferimento dell’uomo illuminato, tanto che egli preferisce morire, proprio come nel finale del libro che non finì di leggere, ma volle conoscere da Cosimo la fine. Inoltre significativo è anche il rapporto che si instaura con l’abate Fauchelafleur, tanto che il rapporto di discepolanza esistente tra i due si capovolge: Cosimo faceva da maestro e Fauchelafleur da allievo; Cosimo aveva preso tanta autorità che riusciva a trascinarsi dietro il vecchio sugli alberi. Sicuramente interessante è poi vedere come era organizzata la vita sugli alberi degli spagnoli, tanto che venivano definiti "salotti arborei”. Infine mi ha lasciata perplessa la vicenda del bacio inaspettato tra Cosimo e la ragazza spagnola, poiché è evidente, come si evince dalla fine del ventesimo capitolo, che Cosimo non ha ancora dimenticato Viola, alla quale si allude parlando de "l’idea stessa della lontananza, dell’incolmabilità, dell’attesa che può prolungarsi oltre la vita".

  • #5

    Angelo Libofsha (domenica, 08 marzo 2020 23:17)

    Dal capitolo 10 al 20 notiamo un ulteriore sviluppo di Cosimo. Se inizialmente aveva imparato come vivere da solo, quindi badare ai suoi bisogni naturali, ora che questi gli venivano semplici, doveva iniziare a pensare ai suoi bisogni intellettuali. Infatti notiamo che inizia ad acculturarsi molto, leggendo e creando anche una libreria nella sua casa sull’albero.
    Fa spesso visita all’abate per condividere le sue idee sui filosofi che stava studiando, ma intellettualmente lo aveva già superato, quindi la situazione si era invertita, infatti era l’abate che imparava da Cosimo.
    In questi 10 capitoli inoltre si riprende l’idea dei “compagni di avventura” della vita che ho citato anche per i capitoli precedenti, infatti molte persone vengono a mancare come suo zio, suo padre e una donna, Ursula, la quale aveva preso un posto molto importante nel suo cuore. Cosimo però dovette lasciarla andare poiché non aveva intenzione di abbandonare la sua terra natia.
    Questa evoluzione intellettuale la possiamo rivedere anche nella storia dell’uomo, il quale inizialmente (nella preistoria) doveva solo assicurarsi di procacciarsi il cibo, ma al giorno d’oggi cerca la sapienza, spinto dalla curiosità.

  • #6

    Filippo Garota (lunedì, 09 marzo 2020 09:15)

    Nella lettura dal capitolo 11 al capitolo 20, ho notato un cambiamento nella figura di Cosimo, il quale cerca di svilupparsi e arricchirsi intellettualmente, non accontentandosi più di quello che gli bastava per sopravvivere.
    Vedremo infatti che stringerà amicizia con il Cavalier Avvocato; i due hanno diverse passioni in comune, ma conoscendolo a fondo Cosimo scopre che lo zio non è un esempio da seguire.

    Inoltre Cosimo si interessa a Gian dei Brughi, il brigante più temuto in tutta la regione. Un pomeriggio Cosimo, vede il malvivente inseguito da due sbirri, così decide di aiutarlo lanciandogli una fune per salire sull'albero. E' così che iniziano i rapporti culturali tra Gian dei Brughi e Cosimo.
    Grazie a Gian dei Brughi Cosimo scopre la sua passione per la lettura e per lo studio, ed ora è lui a cercare l’Abate perché gli faccia lezione. Però l'abate non è all’altezza e il rapporto tra di loro si capovolge: Cosimo diventa l’insegnante e l’Abate l’allievo. Cosimo ama così tanto la lettura che decide di costruire una biblioteca pensile per i libri.
    Cosimo però, dopo questa irrefrenabile voglia di sapere, viene rallentato dalla morte di suo zio, decapitato e buttato in mare, del suo amico Gian dei Brughi, ma anche da quella di sua madre, morta a causa dell''asma e della vecchiaia, e infine a quella di suo padre.
    E' così quindi, che in questi 10 capitoli, Calvino, ci presenta un altalenarsi di emozioni e di momenti positivi e negativi, che ritroviamo nel protagonista Cosimo.

  • #7

    Michele Eleuteri (giovedì, 12 marzo 2020 19:27)

    Come avevo già accennato nel commento precedente, il protagonista è soggetto ad un’evoluzione. Questa volta vi è un cambiamento significativo del suo modo di comportarsi, dal momento che, mentre dai primi dieci capitoli si poteva capire che Cosimo fosse un ragazzo ribelle, “selvaggio”, ora comincia ad interessarsi alla lettura, soprattutto alla filosofia. Questo mi ha sorpreso fin da subito perché non me lo sarei mai aspettato.
    Egli, infatti, comincia a frequentare più spesso l’abate nel suo rifugio sugli alberi per confrontarsi con lui a proposito di filosofi che stava studiando, anche se durò poco perché divenne addirittura più colto di lui.
    Questi dieci capitoli mi hanno anche rattristato a causa delle numerose perdite che Cosimo subisce, ritrovandosi così, nuovamente solo: perde lo zio, il quale per lui era un esempio da seguire, il suo nuovo amico Gian dei Brughi, che aveva salvato da due sbirri e con il quale condivise la sua passione per i libri, entrambi i genitori ed infine il bassotto Ottimo Massimo che preferì la nuova Duchessa d’Ombrosa.

  • #8

    Camilla (giovedì, 12 marzo 2020 19:28)

    Anche in questi capitoli, mi affascina particolarmente il cambiamento di Cosimo, egli ormai ha appreso come vivere da solo e inizia quindi a pensare a come arricchire la sua persona, i suoi bisogni intellettuali. Lo fa ad esempio attraverso la lettura, creando addirittura una libreria e facendo spesso visita all’abate con il quale riprende la sua educazioni sugli alberi.
    L’incontro poi con il Brigante Gian dei Brughi svolge un ruolo fondamentale nel suo percorso; quest’uomo temuto da tutti ama leggere i libri del ragazzo ma ne deve essere prima colpito. Cosimo per soddisfare le richieste del suo nuovo amico, è costretto a leggere rapidamente i suoi volumi e questo lo porta ad esserne un grande appassionato.
    Un altro passo che mi ha colpita è stato quello del bacio tra Cosimo e la ragazza, non è stato scontato, in quanto lui pensa ancora chiaramente a Viola, ora lontana. Questa vicenda rappresenta infatti le svariate emozioni provate dai ragazzi a quell’età, prede di amori fugaci e non, e contribuisce a far immedesimare il pubblico nella vicenda, rendendola realistica.
    Calvino sottolinea ancora una volta poi la formazione che sta avvenendo nel protagonista, alternando momenti positivi e negativi; i suoi comportamenti infatti riflettono una mancanza che egli tenta di colmare attraverso nuove scoperte e relazioni con persone che alla fine però lo deludono, lasciandolo solo.

  • #9

    Tortorelli Niccolò (giovedì, 12 marzo 2020 21:08)

    I secondi 10 capitoli sono stati un po' tristi, infatti sono caratterizzati dalla morte di numerose persone importanti. In ordine cronologico il primo a morire fu Gian de Brughi, uno dei più noti briganti del regno, che ormai nel suo tempo libero legge libri continuamente. I due si incontrano casualmente dopo che Cosimo lo aveva cercato per moltissimo tempo. Gian spiega a Cosimo numerose letture, e in cambio il ragazzo lo aiuta a riprendersi il suo ruolo come brigante.
    Purtroppo per Gian de Brughi non finisce bene, infatti viene giustiziato a causa della sua troppa passione per i libri. Penso che questo sia una figura molto importante, infatti è che come se Italo Calvino volesse capovolgere lo stereotipo del brigante, attraverso la figura di Cosimo il personaggio principale, tanto che quest’ultimo non ha paura di Gian ma anzi non vede l’ora di conoscerlo. Il malvivente si dimostra d’altro canto un vero ”pezzo di pane”, una persona con una sensibilità unica che aiuta Cosimo in numerose situazioni. La seconda morte che mi ha spiazzato è quella dell’Abate, di cui Cosimo era diventato il vero e proprio insegnante, ma che può anche essere considerato il motivo per il quale Fauchefleaur viene condannato dall’inquisizione, poiché scoperto a leggere testi che andavano contro le idee della chiesa del tempo. Due altre importanti morti furono quelle della madre e del padre del Barone, il quale rimase solo con il fratello all’interno della famiglia. Queste due non le ho trovate particolarmente interessanti, in quanto avvenute in maniera stupida, il padre morte per troppe punture d’api, mentre la madre morta per l’asma. L’ultima figura della quale voglio parlare è dello zio di Cosimo, questo infatti tradisce la famiglia cosi da poter guadagnare bei soldoni, ed è come una profezia che si avvera secondo me in quanto il barone all’inizio del brano si allontana dalla famiglia poiche non prediligeva più la vita di corte, piena di odio ed egocentrismo.

  • #10

    Alessandro Nisi (venerdì, 13 marzo 2020 15:14)

    Durante il narrarsi degli eventi presenti nei capitoli che vanno dal decimo al ventesimo vediamo come la figura di Cosimo tende ad evolversi; grazie alle sue capacità riesce ad adattarsi in poco tempo alla vita sugli alberi permettendogli di concentrarsi anche su altri avvenimenti che caratterizzano la sua giornata. Per esempio inizia ad interessarsi allo zio che pur essendo conosciuto come uno scansa fatiche si dimostra capace di portare avanti la sua passione per l'apicoltura.
    Successivamente entra in scena un nuovo personaggio, un brigante, Gian dei Brughi. Fin da subito si dimostra amichevole con Cosimo, che lo ha aiutato, e anche un appassionato lettore. Questo carattere non sembra adatto ad un criminale ma a confutazione di ciò, egli giorno dopo giorno consuma ad una velocità esorbitante tutti i libri che Cosimo riesce a procurargli.
    Proseguendo con il racconto vediamo Cosimo affrontare molte difficoltà, la prima di tutte è la perdita dei parenti che uno dopo l'altro vengono a mancare. Qui vediamo un'altro cambiamento del personaggio che deve prendersi cura della sua famiglia e del titolo di Barone che gli viene poi conferito.
    Un'altro avvenimento particolare è il viaggio che intraprende per incontrare un gruppo di spagnoli costretti a vivere sugli alberi come lui. Qui incontra Ursula, una donna per la quale finisce per innamorarsi, ma alla fine è costretto a lasciarla.
    In conclusione possiamo dire che in questi capitoli troviamo che cambiamenti significativi che mettono in difficoltà Cosimo portandolo a cambiare notevolmente.

  • #11

    Elisa Bontempo (sabato, 14 marzo 2020 22:32)

    All’inizio di questi capitoli singolare è il racconto della nuova vita di Cosimo, ancora più affascinante è l’ingegno del ragazzo per sopravvivere al meglio alla sua nuova realtà: Cosimo è esattamente il prototipo dell’uomo che durante la storia è riuscito a manipolare la natura a proprio vantaggio. Egli vive immerso nel verde e si ricollega a quella che, probabilmente, è la parte più primitiva dell’uomo, quella legata alle proprie origini, alla terra e oltre a ciò riesce ad usare il proprio intelletto e la creatività, tipica della sua età, per avere un soggiorno sugli alberi il più confortevole possibile. Anche il fatto che Cosimo impari a potare gli alberi mostra come riesce ad adattarsi bene all’ambiente circostante, sia per rendere le sue strade più pratiche sia per aiutare i coltivatori.
    Molto tenero è, inoltre, il rapporto che si crea tra Cosimo e il bassotto: il cane riesce a riempiere la solitudine del ragazzo come sono l’animale può fare. Si seguono, lui tra i rami e Ottimo Massimo per i prati, Cosimo lo addestra su tutto ciò che deve imparare per la caccia: niente di così eclatante ma nonostante questo si crea quell’affinità e quella complicità che li rende inseparabili. Indispensabili l’uno per l’altro e, soprattutto, felici come solo avere un cane da una parte, e un padrone dall’altro, può renderti. A seguito di questo, straziante è l’ultima immagine che ci lasciano questi capitoli: Cosimo non può più seguire il cane e rimane completamente solo, Ottimo Massimo preferisce infatti la nuova Duchessa d’Ombrosa.
    Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è stato il capovolgimento dei ruoli tra l’Abate e Cosimo, appassionato di lettura grazie a Gian dei Brughi. Ora è il ragazzo a cercare l’insegnante, che evidentemente non riesce nel suo compito e diventa Cosimo il dispensatore di cultura.
    Nonostante ciò a fine lettura si rimane con un po’ di amarezza: tutto ciò che Cosimo era riuscito a trovare in questo nuovo mondo piano piano viene meno, sembra quasi sgretolarsi. Ciò che la curiosità e la novità gli avevano procurato ora si dissolve, lasciando solo una solitudine tale da provocare dolore. Il padre e la madre ormai morti, i fratelli lontani, la separazione dalla ragazza spagnola e l’abbandono del cane sicuramente segneranno in maniera significativa Cosimo.

  • #12

    Pietro Piscitelli (domenica, 15 marzo 2020 19:39)

    Nel secondo gruppo di dieci capitoli Cosimo viaggiando e vivendo in questi alberi incontra un cane incontra altre persone e esplora questi luoghi. Tra le persone che incontra c’è anche Gian dei Brughi un temutissimo brigante che Cosimo aiuta a scappare dalla polizia e lo sollecitò a leggere ma questo fu indotto da due altri briganti a fare un ultimo colpo ma fu catturato e impiccato e così Cosimo passò tutta la notte a cavalcioni sul ramo dove era stato impiccato il brigante. Poi il protagonista sarà coinvolto in altri eventi tra cui la morte di alcuni parenti e aiuterà una fanciulla che gli offrirà di andare con lei ma Cosimo rifiuta.

  • #13

    Silvia Ambrogi (domenica, 15 marzo 2020 23:48)

    Nei capitoli che vanno dall'11 al 20 si vede la continua evoluzione del personaggio protagonista, che, ormai deciso a continuare la vita da solo nella natura, cerca di sperimentare e conoscere la realtà in autonomia, iniziando soprattutto nella lettura di testi. Incontra un brigante a cui decide di prestare il suo aiuto per scappare, il quale poi si dimostrerà tutt'altro che un delinquente: legge ogni libro che Cosimo gli procura, lasciando lontana la sua strada da "cattivo". I compagni del brigante, accorti della sua assenza, gli riproposero un agguato che lui, accettando, pagherà poi con la morte. Nel corso della sua avventura Cosimo conosce l'abate, con il quale instaura un bel rapporto, tanto che diventano maestro e alunno. Grazie a questa passione per la lettura, il ragazzo costruisce una biblioteca pensile per i libri e cerca di applicare le sue conoscenze offrendosi a potare i frutteti per i contadini. Il finale di questi capitoli è stato quello che mi ha colpito di più, in cui Cosimo conosce una fanciulla, Ursula, la quale gli propone di andare nella sua terra, ma lui rifiuta perchè ancora legato ad Anna e ai suoi alberi.

  • #14

    Filippo Munaretto (lunedì, 16 marzo 2020 10:03)

    Nella seconda fase del racconto nonostante continui la sua vita negli alberi, Cosimo, stringe nuovi e forti
    rapporti di amicizia con lo zio e soprattutto accresce in lui una voglia di conoscere le cose, tanto da iniziare
    a leggere libri su libri e da riempire di domande il prete della cittadina.
    In questi capitoli ritroviamo la morte di molteplici personaggi che comunque lasciano sempre qualcosa in
    Cosimo: il primo a morire è Gian dei Brughi, un brigante temuto in tutta la regione che crea fascino
    ed interesse nel protagonista. Verrà impiccato ad un albero dai suoi due ex compagni di brigata.
    In seguito le morti del Cavalier avvocato (testa tagliata dai Turchi) e di suo padre (puntura di ape)
    lo portano a diventare il nuovo Barone.
    L’ultima figura a lui vicina che muore è la madre per una malattia, è quest’ultima scomparsa a
    responsabilizzare il nuovo barone che infatti lascia la sua cittadina per andare ad abitare al vecchio
    castello del feudo dei Rondò con sua moglie e i suoi figli.

  • #15

    Elisa Mazzucchelli (lunedì, 23 marzo 2020 17:18)

    Nei capitoli XI - XX il personaggio di Cosimo si evolve ulteriormente: grazie all'amicizia col brigante Gian dei Brughi, al quale fornisce quotidianamente dei libri che deve in primo luogo leggere lui stesso dati i gusti difficili del brigante, Cosimo diventa un lettore appassionato. Il suo bagaglio di conoscenze si amplia enormemente, soddisfando per molto tempo la sua costante ricerca di cose nuove, che evidentemente sono l'unico modo per non annoiarsi vivendo sugli alberi. Il ragazzo impara tante cose da diventare lui "l'insegnante" dell'Abate Fauchelafleur, invertendo i loro ruoli. La conoscenza che acquisisce, però, non è solo teorica, ma anche pratica, sapere che circola grazie anche all'Enciclopedia illuminista, di cui sappiamo Cosimo conservasse i volumi sugli alberi; ciò gli permette di avvicinarsi anche al Cavalier Avvocato, zio di Biagio e Cosimo da sempre oppresso dall'autorità del Barone suo fratello. Questo, insieme al suo carattere poco deciso, non gli ha mai permesso di impiegare il suo grande ingegno in qualcosa di più che in idee e progetti mai realizzati, come quello che escogita con Cosimo e che poi non verrà mai portato avanti. Infine, in questi capitoli è evidente la tristezza provocata dal distacco dalle persone amate da Cosimo: i fratelli si sposano, i genitori, l'Abate, e lo zio muoiono, la ragazza spagnola torna nel suo Paese e il ragazzo decide di non andare con lei, il cane Ottimo Massimo lo abbandona per Viola. L'equilibrio che fino a quel momento la sua nuova vita sugli alberi aveva trovato, si distrugge completamente.

  • #16

    Carlotta Vivarelli (giovedì, 26 marzo 2020 18:12)

    In questi capitoli vediamo come il rapporto di Cosimo con la famiglia, in qualche modo, continua, infatti quando la sorella Battista si sposa col Contino d’Estomac lui è su un albero vicino alla casa ad assistere all’evento. In particolar modo i rapporti si intensificano col Cavalier Avvocato grazie all’apicoltura e all’idraulica, tuttavia il loro rapporto svanirà col tempo, dando a Cosimo il modello da non seguire.
    Successivamente Cosimo si interessa a Gian dei Brughi, il brigante per eccellenza della regione. Nonostante egli sia un uomo difficile da incontrare, un giorno il ragazzo riesce ad aiutarlo a fuggire da delle guardie e iniziano a parlarsi e scambiarsi libri; tuttavia anche questa volta il rapporto creato si interromperà a causa dell’arresto e della successiva impiccagione del brigante. Grazie a quest’ultimo in Cosimo nasce una grande passione per la lettura, tanto da indurlo a cercare l’abate Fauchelafleur affinché egli possa fargli lezione, ma la situazione finirà per ribaltarsi e sarà Cosimo a fare lezione all’abate.
    Cosimo verrà poi preso di mira da un gruppo di malviventi, i quali lo accusavano della morte di Gian dei Brughi, ed essi cercheranno persino di dargli fuoco, non riuscendo però nel loro intento.
    Cosimo diventerà poi Barone in quanto suo padre muore a causa di uno sciame d’api.
    Un giorno il giovane viene a sapere che in un paesino vicino, Olivabassa, ci sono degli spagnoli che abitano sugli alberi a causa di un trattato, quindi non possono toccare la terra di quel territorio, così Cosimo decide di far visita ai vari membri della colonia, dove incontrerà e si innamorerà di Ursula. Il padre di quest’ultima gli proporrà di sposare la figlia quando l’esilio sarà terminato, ma quando ciò accadrà i due si saranno già lasciati.
    Nell’ultimo capitolo Biagio partirà per dei viaggi, scoprendo che il fratello è conosciuto in tutta Europa, ma presto dovrà tornare a casa perché l’asma della madre peggiora; nel frattempo Cosimo si occupa di lei da un albero vicino alla finestra della sua stanza, finché lei muore, e Biagio si sposerà poi con con una nobile ragazza, ma quando dai due nasceranno dei figli si trasferiranno nel castello di Rondò, in quanto la moglie ritiene che l’influenza di Cosimo sia negativa.
    Di questi capitoli mi ha colpita il forte rapporto che Cosimo crea col bassotto Ottimo Massimo, che riuscirà a colmare il vuoto presente nel ragazzo, creando così un legame indistruttibile.

  • #17

    Simona De Luce (domenica, 19 aprile 2020 11:48)

    In questi capitoli viene descritta la vita di Cosimo sugli alberi dove si ritrova a fare moltissimi incontri che modelleranno il suo personaggio in un giovane coraggioso e generoso, attento ai bisogni del prossimo e con a cuore il benestare della foresta.
    Mi è piaciuta molto la sequenza con Gian dei Brughi dove mostra come anche il più infido dei malviventi è in grado di cambiare.
    Mi hanno rattristato molto le morti che avvengono in questa parte della storia, ovvero quella di Gian dei Brughi, quella del Cavalier Avvocato (con il quale Cosimo aveva anche formato un buon rapporto), di questo avvenimento mi ha toccato molto la reazione del padre del protagonista che era molto legato al defunto e che anche lui è arrivato, a causa del lutto e delle preoccupazioni, alla morte, passando di fatto il titolo di barone a Cosimo. Successivamente morirà anche la madre del protagonista in una scena molto commuovente dove Cosimo fa di tutto pur di restarle a fianco (metaforicamente parlando dato che lui resterà sempre sul ramo vicino alla finestra della donna).
    Ci sono anche una serie di addii come quello tra il protagonista e una ragazza spagnola di cui si era innamorato e il suo cane Ottimo Massimo.

  • #18

    massetti diletta (domenica, 19 aprile 2020 17:57)

    Durante la lettura di questi dieci capitoli centrali possiamo vedere come Cosimo inizi a fare nuove conoscenze ed amicizie, difatti questi dieci capitoli raccontano di svariati incontri tra il protagonista e altre figure. Una delle più significative per me è proprio quella con il brigante Gian dei Brughi, del quale a primo impatto si potrebbe certamente dire sia una figura poco invidiabile.
    Quest'ultimo invece sembra essere un appassionato di lettura, tanto da influenzare Cosimo incuriosendolo così tanto da iniziare un percorso culturale insieme.
    Dunque possiamo vedere come sia insensato avere dei pregiudizi a priori senza neanche conoscere delle persone.
    Una cosa che mi è piaciuta molto è stato vedere come Csimo con il tempo sia diventato che più altruista verso il prossimo, e questo lo dimostra in svariati episodi della storia.
    Ad esempio quando si organizza con altri suoi compagni per porre fine ai ripetuti incendi che colpivano i boschi, o quando decide di passare più tempo vicino casa per aiutare la madre malata.
    In assoluto però va ricordato il momento in cui prende le difese di El Conde, un anziano il quale stava soffrendo parecchio del forzato esilio sugli alberi, la cui figura venne messa in pericolo da Don Sulpicio.

CAP XXI_XXX

scrivere commenti entro il 08/03 

Scrivi commento

Commenti: 17
  • #1

    Giacomo Campenni (venerdì, 06 marzo 2020 13:53)

    Gli ultimi capitoli del Barone Rampante (dal 21° al 24°) riflettono sugli eventi storici contemporanei alla datazione della vicenda, in particolare sulla Rivoluzione Francese e sull'Impero Napoleonico. Durante il capitolo 21, in Ombrosa, Cosimo organizza una rivolta a modello di quella francese, con esiti inizialmente trionfanti, ma che verrà velocemente repressa. Oltretutto, Viola se ne è andata e tutto ciò, tra guerra e cuore spezzato, catapulta il lettore in sentimenti che vanno tra la tensione e la tristezza. A specchio di ciò che sta accadendo in Europa, anche nel piccolo mondo di Cosimo, le speranze sulla Rivoluzione si trasformano in delusione; Napoleone prende il sopravvento e addirittura, andrà a far visita a Cosimo stesso. I capitoli che mi hanno colpito maggiormente sono gli ultimi due, il 23° e il 24°. Durante il primo, Cosimo vede passare i reggimenti, o meglio, ciò che ne rimane sia di truppe francesi che di quelle russe. In ogni caso, questi portano con loro negatività e tristezza: la guerra è fautrice unicamente di male, fino al punto che non si sa neanche più per cosa si combatte e per quale motivo vengano attuate tali crudeltà. Molto bello è stato il confronto tra Cosimo e il Principe Andréj, che tratta proprio queste tematiche.
    Infine, l'ultimo capitolo vede avvenire la morte di Cosimo, ormai anziano. Tutti sono in pena per lui e hanno paura caschi dagli alberi poichè troppo debole: egli, pur di non tornare a terra, decide di aggrapparsi ad una mongolfiera e volare via con essa, e scomparire tra le onde del mare.
    Nel complesso, il libro mi è piaciuto molto e mi ha preso fin dall'inizio. Mi ha colpito molto la capacità di Calvino di riuscire, anche con un linguaggio semplice, a trasmettere molti concetti contemporanei, unite a riflessioni sul passato e un racconto di per sè coinvolgente e simpatico.

  • #2

    Sofia Regni (domenica, 08 marzo 2020 20:06)

    Gli ultimi dieci capitoli sono attraversati da duplici eventi: amorosi e guerreschi. Quelli amorosi hanno però una durata breve, questo perché Cosimo e Viola, rincontrandosi, vorrebbero restare uniti senza più dividersi, ma per una lite di gelosia i due saranno destinati a percorrere di nuovo vie diverse. Per ciò che riguarda quelli che hanno come tema la guerra essi fanno da specchio a ciò che sta succedendo nella realtà storica, si tratta quindi della Rivoluzione francese e del seguente avvento di Napoleone. Simpatico è infatti anche l’incontro tra quest’ultimo e Cosimo , il quale venne visto come una rarità.
    Infine tragica e, a mio parere, molto triste è la fine a cui è destinato Cosimo: egli, dopo aver trascorso sessantacinque anni della sua vita sugli alberi si ammala; gli abitanti di Ombrosa tentano di aiutarlo, ma lui non ne vuole sapere, si ostina a rimanere lì, sugli alberi. Un giorno, mentre gli abitanti avevano steso un lenzuolo sotto di lui per evitargli una brutta caduta, nell’attesa che egli cadesse, volò sopra di lui una mongolfiera inglese, alla sua vista e del successivo pendere di una corda decide di aggrapparvisi e di svanire per sempre verso il mare.
    Il libro mi è piaciuto molto, anche se è difficile immaginare che eventi del genere possano presentarsi nella realtà. È evidente lo scopo di Calvino il quale scrive un romanzo di formazione, per cui sicuramente mi ha lasciato molto, ma più di altro mi ha fatto capire come veniva “gestita” la formazione all’epoca, la quale si distacca molto da quella odierna.

  • #3

    Angelo Libofsha (domenica, 08 marzo 2020 23:17)

    Gli ultimi 10 capitoli del libo si aprono con una storia amorosa tra Cosimo e Viola, la ragazza che anni prima gli aveva fatto conoscere ma compagnia dei ladri di frutta. I due vanno molto d’accordo insieme, e la loro relazione sfocia in una passione amorosa. Passano molto tempo insieme, ma quando Viola viaggiò a Parigi trovò uomini che le facevano la corte, e questo portò ad un fraintendimento che causò la sua separazione con Cosimo.
    Egli cercò di distrarsi da questo evento trovando altri interessi e alla fine si unì alla rivoluzione francese.
    Quindi Cosimo dopo aver pensato al suo corpo (cap. 1 – 10) e alla sua mente (cap. 11 – 20) ora dal capitolo 21 al 30 sta pensando alla società in cui vive. Questo percorso è proprio quello del genere umano, infatti Calvino non vuole fare una rappresentazione reale della vita che di una persona, ma una più generale.
    Infatti, anche la morte è abbastanza surreale ma molto scenica. Cosimo decide di non abbandonare le sue origini ma rimanere sui rami degli alberi anche all’età di 65 anni, malato. I cittadini sono preoccupati per lui, infatti cercano di proteggerlo in caso di caduta con un telo, ma lui decide di volare via con una mongolfiera che passava di li e che stava volando troppo basso.
    La lettura di questo libro è stata molto interessante in quando mi ha dato la possibilità di riflettere anche sulla vita, ad esempio sul fatto che incontreremo molte persone e molte queste non ci accompagneranno per tutta la vita, quindi bisogna capire cosa si vuole e bisogna essere autosufficienti.
    Proprio come Cosimo, che all’età di 65 anni, riusciva ancora da solo a salire sugli alberi.

  • #4

    Jacopo Eleuteri (martedì, 10 marzo 2020 16:29)

    Negli ultimi capitoli del "Barone Rampante" l'autore ha inserito eventi che riguardano la guerra e l'amore.Per quanto riguarda le vicende amorose Cosimo si innamora di Viola, ma la loro relazione non durerà a lungo per la gelosia di Cosimo nei confronti di numerosi uomini che corteggiavano Viola durante il suo viaggio a Parigi. Da questa separazione Cosimo ne esce distrutto e per un lungo periodo si ammala rischiando la vita. In ambito guerresco Cosimo entra in contatto con Napoleone Bonaparte e rimane deluso dalla Rivoluzione Francese che non ha portato libertà e la giustizia sperata. Con il trascorrere del tempo invecchia sempre di più, ma continua a vivere sugli alberi. Fino a quando un giorno, al passaggio di una mongolfiera, decide di aggrapparsi alla sua ancora. Così facendo mette fine alla sua vita in modo da non mettere più piede sulla terra.
    Ho trovato la lettura di questo libro molto interessante per la situazione insolita su cui si basa la storia, soprattutto il modo in cui cerca di adattarsi a questa vita particolare vivendo sopra degli alberi.
    Inoltre mi ha colpito la figura di Cosimo, un anticonformista anarchico e il suo carattere ribelle. Dimostra inoltre di essere una persona onesta che mantiene ciò che dice,caratteristica comune a poche persone!

  • #5

    Viola Remaggi (giovedì, 12 marzo 2020 10:22)

    Nel capitolo XXI mi ha colpito particolarmente una frase: “Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così”. Di questa frase mi piace molto come riesca a spiegare come l’amore abbia anche uno scopo di crescita, soprattutto in un romanzo di formazione particolare come questo. L’incontro tanto atteso con Violante ha permesso a Cosimo di crescere e conoscere la sua così selvaggia natura e capirla, lei da parte sua, sempre così forte e sicura di se trova nell’amato, per la prima volta, qualcuno in cui rispecchiarsi e comprendersi.
    Questa frase con dolcezza e semplicità mi ricorda molte cose del quotidiano come d’altronde tutto il libro riesce a fare con un aria leggera e surreale ma mai superficiale.
    Ho trovato molto azzeccato anche il finale con questo finale salto di Cosimo verso la libertà con quella frase incisa sulla lapide: “Visse sugli alberi - Amó sempre la terra - Salí in cielo”.
    Mi è piaciuto molto questo libro e lo consiglio perché entrando nel mondo di Ombrosa ci si dimentica di quanto sia impossibile la vita del barone e ci si lascia incantare dal racconto finendo per convincersi che ciò che si sta leggendo sia una storia vera.

  • #6

    Tortorelli Niccolò (giovedì, 12 marzo 2020 21:27)

    Ho trovato questi ultimi 10 capitoli davvero emozionanti e ricchi di suspence, caratterizzati dal contrasto tra odio e amore. Dopo che Cosimo ritrovò Viola quest’ultimo si impose di non lasciarla più andare, ma un giorno accecato dalla gelosia le rispose male e con un singolo gesto rovinò tutto quello che aveva creato con lei. Una cosa che mi ha davvero colpito è la fedeltà di Viola, la quale anche se ricca di spasimanti voleva solamente Cosimo, poiché lo amava. Credo che questo valore voglia essere esaltato da Calvino, forse perché molto importante all’interno della vita di coppia. Una volta perso la propria anima gemella Cosimo diventa matto e fa innumerevoli pazzie tra le quali vestirsi da “uccello”, ma proprio queste azioni da lui compiute lo portano alla salvezza nel momento in cui caccia i lupi. In conclusione il libro mi è piaciuto molto perchè tende a sottolineare valori che nella società contemporanea sono un po' stati persi, tra i quali la fedeltà e soprattutto la caparbietà.
    Cosimo è rimasto sempre concentrato sui suoi obbiettivi all’interno del libro e proprio questo aspetto fa di lui un personaggio da imitare, come ribadisce Napoleone nel 28esimo capitolo.
    Italo Calvino è stato eccezionale nel riuscire a coinvolgere il lettore all’interno di una storia che di per se non ha molto senso, ed ha espresso alla perfezione tutti gli stati d’animo dei personaggi.

  • #7

    Michele Eleuteri (venerdì, 13 marzo 2020 12:36)

    Sicuramente non è il finale che mi aspettavo. Quando Cosimo e Viola si rincontrano dopo tanto tempo, pensavo che da quel momento sarebbe andato tutto per il meglio, ma purtroppo mi sbagliavo.
    A causa di vari fraintendimenti, nati dal fatto che Viola era corteggiata da vari uomini a Parigi, i due si lasciarono e questo mi è dispiaciuto perché si conoscevano da molto ed insieme avevano condiviso molte avventure.
    Dopo la separazione egli rientrò in un periodo di decadenza: annoiato, si avvicinò al mondo degli uccelli nel modo di vestirsi, tutto di piume, e scrisse anche delle opere a loro dedicate. Poi cominciò il periodo della caccia ai lupi e in questo, come immaginavo, si dimostrò molto abile: legò a degli alberi delle pecore per attirarli e per poi ucciderli.
    Questo non lo soddisfa del tutto, così decide di prender parte alla rivoluzione francese utilizzando come armi gli animali, ad esempio i porcospini, i cinghiali e tutto il bosco. Tuttavia, non riuscì a raggiungere i risultati che sperava dal momento che Napoleone venne sconfitto dai russi.
    Cosimo è un personaggio in continua evoluzione, sempre in movimento, perfino all’età di 65 anni; si ammalò e a tutti era evidente che soffriva, ma si ostinò a rimanere sui rami. Un giorno una mongolfiera, fatta girare come una trottola dal vento, buttò l’ancora vicino a Cosimo che era a cavalcioni su di un ramo; egli si aggrappò ad essa e sparì nel nulla.
    Questo libro mi è piaciuto molto perché lo trovo originale e ricco di sorprese, in particolare grazie al carattere di Cosimo che ammiro molto, anche se in certe situazioni avrei fatto delle scelte diverse.

  • #8

    Alessandro Nisi (venerdì, 13 marzo 2020 15:56)

    Nell'ultima parte del libro una delle cose che colpisce di più è l'incontro con Viola che sembrava ormai lontana da Cosimo dopo essere partita per il collegio, ma che alla fine torna da lui. La situazione sembra intraprendere una buona piega ma alla fine la relazione tra i due finisce per dissolversi. Gli anni passano e Cosimo vive sugli alberi da più di 60 anni e ha ormai perso interesse verso gli altri finendo per rifugiarsi quasi morente sui suoi alberi. Il fratello sente la sua mancanza ma sa che non scenderà mai dagli alberi se non quando sarà arrivata la sua ora, mentre gli altri abitanti cercano di renderlo partecipe alle conversazioni ma lui stesso si rifiuta di parlare. Il finale di questo libro è un po' particolare e a prima vista deludente ma poi ci viene suggerita un'interpretazione simbolica di questo avvenimento, che troviamo poco dopo quando ci viene presentata l'incisione che viene apportata sulla lapide di Cosimo.
    All'inizio sono rimasto spiazzato dal finale perché cercavo di dargli un'interpretazione, ma senza ottenere alcun risultato. In generale il libro l'ho trovato abbastanza piacevole, particolare e ricco di avvenimenti che rompono la monotonia della vita sugli alberi.

  • #9

    Camilla (venerdì, 13 marzo 2020 18:02)

    Nei capitoli finali del libro si entra in una realtà storica, costellata da guerre; queste riflettono gli eventi contemporanei al periodo della narrazione della vicenda, ad esempio la Rivoluzione Francese e l’arrivo di Napoleone, dai quali però Cosimo rimane profondamente deluso in quanto non portano le libertà tanto ambite.
    A fianco delle vicende storiche Calvino introduce anche un tema amoroso, riprende infatti la storia tra il protagonista e Viola, che purtroppo finirà presto a causa di un forte sentimento di gelosia provato dal ragazzo. Egli non è infatti contento di vedere la sua donna corteggiata da molteplici uomini durante i suoi viaggi a Parigi, e così si separano. Cosimo rimane segnato da questa vicenda e ammalandosi rischia addirittura la vita. Nonostante la sua labile salute e i 65 anni decide comunque di rimanere nei suoi fedeli alberi, rifiutando gli aiuti dei suoi concittadini. Un giorno, vedendo volare una mongolfiera sopra di lui, decide di aggrapparsi ad una corda che fuoriusciva da questa e di scomparire per sempre, non avrebbe più messo piede sulla Terra.
    La lettura di questo libro mi è rimasta molto piacevole, in quanto pur essendo vicende al quanto improbabili nella nostra realtà, riescono a suscitare delle emozioni note a noi ragazzi. Ho potuto anche riflettere, in maniera naturale, sulla vita: bisogna imparare ad essere autosufficienti e prendere decisioni che facciano stare bene prima di tutto noi, incontreremo infatti lungo il nostro percorso molte persone ma non tutte saranno in grado di rimanere al nostro fianco per sempre.

  • #10

    Elisa Bontempo (sabato, 14 marzo 2020 23:09)

    Una delle parti che mi ha colpito di più è sicuramente l’evoluzione del rapporto tra Cosimo e Viola; dopo essersi rincontrati tra i due riaffiorano i sentimenti degli anni passati, che si riversano nell’amore che uno prova per l’altro. Così tenero è il racconto di Calvino di come i due si muovono tra gli alberi, di come Cosimo guidi Viola nel suo mondo e di fronte a questa scena l’unica cosa alla quale sono riuscita a pensare è stata alla dolcezza di ciò, sembra quasi che Cosimo le stia dicendo “Guarda, esplora il mio mondo perché voglio che diventi il tuo” perché, nonostante tutto, Cosimo è “Un’uomo che è vissuto sugli alberi solo per lei, per imparare ad amarla” e non è forse questo imparare ad amare? Essere in grado di aprire il proprio mondo all’altro. Ad amplificare il momento si aggiunge la descrizione del paesaggio circostante, il cielo azzurro, l’orizzonte, tutto sembra intonarsi perfettamente alla loro danza sugli alberi.
    La loro storia rimane curiosa e particolare, tra liti e amori, dolore e una felicità che sembra possa essere portata solo dall’altro. Poi inizia un circolo di gelosia che porterà i due a separarsi, entrambi rammaricati e pentiti della sorte del loro rapporto. Sono separati, lontani dalla persona che amano e questo fatto suscita molto tristezza. Destabilizzante è sia l’alternarsi tra i momenti di preziosissima felicità e di implacabile gelosia da parte di Cosimo, sia il fatto che Viola, nonostante abbia un marito e si sia trasferita, guardi quelle foreste dalla terrazza sperando che Cosimo si faccia vedere da un momento all’altro.
    Il finale mi è piaciuto molto, Cosimo tiene fede alla promessa fatta quella sera a tavola con i suoi genitori e non scende dagli alberi nemmeno in punto di morte. Nel libro viene detto come egli non da la soddisfazione a tutti gli altri di vederlo l’’ultima volta con il corpo sulla terra. Quello che ha creato Calvino a me sembra un percorso suggestivo che porta Cosimo, nel momento più temuto della vita umana, ad andare ancora più in alto, perché questo personaggio ha sempre tentato di uscire dall’ordinario, di elevarsi da quella condizione che segna in maniera imperturbabile l’uomo comune e ci è riuscito anche negli ultimi istanti della propria vita.

  • #11

    Pietro Piscitelli (domenica, 15 marzo 2020)

    All’inizio degli ultimi dieci capitoli Cosimo incontra Viola, che parla con Cosimo spesso va via ma poi torna sempre. Ma per via di un fraintendimento si lasciano. Ma Cosimo impazzisce, si avvicina alla fauna va a caccia di lupi, si appassiona agli uccelli. Aiuta i francesi a compiere la rivoluzione utilizzando gli animali. Cosimo era sugli alberi da sessantacinque anni, ed era malato e quando va dal dottore chiama il prete poiché aveva finito i suoi giorni. Ma in quel momento si aggrappa all’ancora della mongolfiera e non verrà più trovato il suo corpo. Da allora anche il bosco cambia.

  • #12

    Silvia Ambrogi (lunedì, 16 marzo 2020 00:07)

    Questi ultimi capitoli che danno spazio alla conclusione del libro di Calvino, si incentrano soprattutto sull'amore nei confronti di Viola e di come lui reagisce alla rottura della loro "relazione". I due giovani si rincontrano, ma tra loro ci sono diverse incongruenze tra cui la gelosia infondata di lui, motivo per il quale lei se ne va e sposa un lord e si trasferisce. Questa separazione fa perdere il senno a Cosimo, che comincia ad avvicinarsi al mondo degli uccelli, vestendo con delle piume e scrivendo racconti su di essi. Comincia a cacciare lupi e viene accolto in una Massoneria. La fine della storia mi ha lasciata abbastanza interdetta, in quanto Calvino conclude descrivendo una mongolfiera con una corda, nella quale Cosimo si aggrappa per poi sparire, senza dare più sue notizie.

  • #13

    Filippo Munaretto (lunedì, 16 marzo 2020)

    L’opera si chiude con due diversi avvenimenti: nei primi tre capitoli si parla dell’amore segreto tra
    Cosimo e l’affascinante Viola Violante d'Ondariva, la famosa vedova del Duca Tolemaico che trovò il
    bassotto del protagonista. Il loro amore se pur travolgente non andrà a buon termine proprio per
    un fraintendimento tra i due che porterà Viola a sposarsi con un Duca inglese e a trasferirsi a
    Calcutta.
    Negli ultimi capitoli ritroviamo invece l’ambizione e la voglia di cambiare la società da parte del
    protagonista. Prima cerca di aiutare i contadini a non pagare più i tributi anche se ciò porta ala
    fuga nel bosco per non pagare le conseguenze. Successivamente aiuta due massoni a trovare e poi
    sconfiggere in duello il prete gesuita dei spagnoli esuli. Infine aiuta la Francia di Napoleone a
    sconfiggere gli Austrosardi venendo nominato nella giunta provvisoria di Ombrosa.
    L’opera termina con la scomparsa di Cosimo nei boschi senza esser più trovato, andando a creare
    anche una leggenda su quei boschi

  • #14

    Filippo Garota (lunedì, 16 marzo 2020 19:48)

    Nella lettura degli ultimi capitoli che portano alla conclusione del libro di Italo Calvino sono stato colpito da come il rapporto tra Cosimo e Viola si sia evoluto.
    Nonostante Viola e Cosimo si siano riavvicinati la loro relazione a lungo andare vede un peggioramento, che porterà poi alla rottura del rapporto tra i due.
    Possiamo benissimo dire che è stato Cosimo a rompere il rapporto, o meglio a renderlo insostenibile, perché purtroppo il suo atteggiamento di gelosia nei confronti di Viola era diventato insopportabile (Viola veniva spesso corteggiata da altri uomini e Cosimo ne era infastidito).
    Il finale non me lo sarei aspettato di certo così, Cosimo decide di non mettere più piede sulla terra e di abbandonare tutti i suoi cari.
    In conclusione mi è piaciuto molto l'atteggiamento di Italo Calvino nella composizione del libro, è riuscito a trattare argomenti che anche ai giorni d'oggi possono essere rivisti nella società.
    Ho spesso incontrato momenti divertenti e momenti dove l'intrattenimento dato dal libro era molto alto. Consiglio quindi vivamente il libro a tutti.

  • #15

    Elisa Mazzucchelli (lunedì, 23 marzo 2020 20:34)

    Negli ultimi dieci capitoli ci sono due tematiche rilevanti: la guerra, dato che è il periodo della Rivoluzione Francese e di Napoleone, e l'amore. Infatti, Viola ritorna dopo anni a Ombrosa e sembra ristabilirsi per Cosimo un certo equilibrio: i due si amano e conoscono l'uno il mondo dell'altra, infatti lui mostra a Viola il suo modo di vivere sugli alberi, dove spesso stanno quando lei non è in viaggio a Parigi. Sono proprio i viaggi a Parigi a far nascere la gelosia nel cuore di Cosimo, che viene a sapere dei numerosi corteggiatori che lei ha intorno. Nonostante Viola li rifiuti dal momento che è innamorata solo di Cosimo, basta un fraintendimento tra i due a scatenare una lite che va a distruggere quello che sarebbe stato un bello seppur banale lieto fine. Invece, dopo che Cosimo rimane definitivamente solo, tenta di organizzare una Rivoluzione ma non ottiene il successo sperato.
    Infine è ormai stanco e vecchio, vive sugli alberi da ormai 65 anni, e quando tutti si aspettano che muoia e cada dall'albero, c'è l'ennesimo colpo di scena: una mongolfiera passa e getta l'ancora vicino a Cosimo, lui si aggrappa e sparisce per sempre.
    Il finale, come tutto il resto della storia, è inaspettato e irreale, la degna conclusione della storia di un uomo fuori dall'ordinario. Cosimo non ha mai fatto quello che gli altri si aspettavano o volevano che facesse, dalla ribellione che lo porta a vivere sugli alberi al momento in cui li lascia, ma solo per andare più in alto, ovvero dalla parte opposta rispetto a quella che tutte le persone sotto di lui si aspettano. Nonostante il finale lasci con l'amaro in bocca per la storia d'amore senza un lieto fine che Cosimo, dopo tutte le sue avventure, poteva meritarsi, Calvino non poteva concludere in modo più originale e coerente questo libro che, tutto sommato, consiglierei di leggere poiché è piacevole e scorrevole.

  • #16

    Simona De Luce (domenica, 19 aprile 2020 13:15)

    In questi ultimi capitoli, più che nel resto della storia, sono presenti e piuttosto importanti i riferimenti e gli avvenimenti storici accaduti nel periodo in cui il libro è ambientato.
    La prima parte è incentrata sull'amore, per via del ritorno di Viola da Cosimo.
    Mi è piaciuto tantissimo come, nonostante il lungo periodo di lontananza, ancora i due si ricordassero l’uno dell’altra e continuassero ad avere sentimenti reciproci. Proprio per questo motivo, ho provato molto dispiacere quando, a causa di una serie di fraintendimenti e per la gelosia di Cosimo, verso gli spasimanti di Viola a Parigi, i due si lasciano, il che porta lei ad allontanarsi e lui in una profonda tristezza e sofferenza, fino a quasi perdere il senno.
    Cosimo, nei capitoli che seguono, decide di avvicinarsi al mondo degli uccelli, sia nel modo di vestirsi, tutto di piume, che nello scrivere delle opere dedicate a loro.
    Più tardi, inizierà a cacciare i lupi, con un'idea, a mio parere, brillante: attirarli legando delle pecore agli alberi.
    Successivamente Cosimo entrerà nella Massoneria e parteciperà alla Rivoluzione Francese, dalla quale rimarrà deluso, in quanto, non porterà alla libertà e giustizia sperate.
    Mi ha colpito molto l’incontro con Napoleone, dove Cosimo è stato trattato alla stregua di un monumento o di una curiosità locale, dove ci si sarebbe aspettato una qualche onorificenza in favore di Cosimo, ma che si è svolto come un semplice scambio di battute di circostanza e un paragone del loro incontro a quello di Alessandro Magno e Diogene (con, a mio giudizio, un accenno di arroganza da parte di Napoleone nel paragonarsi ad Alessandro Magno).
    Nell'ultimo capitolo, Cosimo si ammala ma si ostina ugualmente a rimanere su un albero, nonostante le suppliche delle persone che, pur di aiutarlo e cercare di farlo stare bene, gli portarono sull'albero diverse comodità come un letto e una poltrona (di questa parte mi è piaciuto molto e mi ha fatto sorridere come Cosimo stesse a cuore alla gente di Ombrosa).
    Un giorno, tutti lo videro a cavalcioni d'un ramo altissimo, mezzo rigido, allora sistemarono un grande lenzuolo sotto all'albero per afferrare il corpo, quando questo sarebbe caduto.
    In uno dei finali più inaspettati e più in linea con il carattere del protagonista, una mongolfiera passò, con l’ancora abbassata, vicino a Cosimo e lui vi ci si aggrappò volando via senza che nessuno spesse che fine avesse fatto, in quanto il corpo all'atterraggio della mongolfiera non c’era.

    Questo libro mi è piaciuto, a parte alcuni asti che io personalmente trovo con lo stile dell’autore; la storia è avvincente e con molte sequenze divertenti ma anche molte parti profonde e commoventi.

  • #17

    massetti diletta (domenica, 19 aprile 2020 20:14)


    Questi ultimi dieci capitoli sono in assoluto i miei preferiti, forse anche per il temi affrontati.
    In particolare mi riferisco al tema dell'amore tra Viola e Cosimo.
    E' bello vedere come i due dopo anni si siano finalmente ricongiunti nel luogo in cui si erano incontrati la prima volta, ma soprattutto come si sia instaurata una forte complicità. Peccato che, come molte volte accade, la gelosia prende il sopravvento.
    Forse causato dai ripetuti viaggi di Viola o forse dalla poca fiducia di Cosimo, fatto sta che egli non riesce a contenerla e provoca l'allontanamento di Viola dalla sua vita.
    Nuovamente esce fuori il lato altruista di Cosimo, il quale in difesa dei suoi concittadini e dei francesi, organizza dei sabotaggi alle truppe Austrosarde, tanto da essere riconosciuto anche da Napoleone.
    In fine, una parte che secondo me è stata molto profonda è proprio quella della morte di Cosimo, il quale, pur di mantenere la promessa fatta ai suoi genitori, non scende dagli alberi neanche da malato in fin di vita. In fondo è stato giusto che un personaggio, ribelle e selvaggio sin da subito, morisse libero lanciandosi in mare.